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IL FARO: UNA NUOVA BELLEZZA

In questi giorni tante persone intorno a me hanno detto: “Che disfatta!”, “Che fallimento!”, “È colpa della sinistra!”, “È colpa della destra!”, “Ma perché è successo?!”; e così via.

Ma dov’ è la disfatta? Dobbiamo considerare questa situazione come un segnale, un’opportunità. In questi giorni ho visto e vissuto di tutto, ma non un fallimento. Non abbiamo fallito, non siamo in ginocchio. Durante questa alluvione ho visto e ho vissuto sulla mia pelle una straordinaria ed incredibile solidarietà, mi sono sentito parte di un grande e meraviglioso popolo unito e coeso. Mi sono sentito amato. In questi giorni noi romagnoli, e noi italiani, ci siamo sostenuti a vicenda.

Queste mie parole non sono solo delle semplici parole, sono la realtà. Questa alluvione è sicuramente una tragedia sotto un punto di vista materiale, per i danni che ha provocato e purtroppo per le vittime, ma non è definibile tale per come è stata vissuta.

Questo avvenimento è stato pieno di grandi gesti. Un’amica di famiglia è rimasta sola con due bambine e la casa completamente allagata, quindi, data la situazione, mi sarei aspettato che l’inquilina del piano di sopra anch’essa nostra amica, le avrebbe consigliato di chiedere aiuto in Collegiata, la parrocchia più vicina. Invece è accaduto ciò che mai avrei pensato potesse accadere, la nostra vicina le ha dato le chiavi, e lei è riuscita a farsi ospitare da un altro nostro amico. Mi ha stupito, non credevo che fosse una persona capace di questo, sono ancora oggi basito di ciò. Questo gesto meraviglioso è lo stesso di Elena, che vedendo una famiglia in difficoltà a causa della perdita della loro automobile non ha esitato ad aiutarli, anche economicamente. Bellissimo. Questa è la vera grandezza, la vera bellezza. Un altro meraviglioso gesto è quello di Maurizio, il quale, da quando è iniziata l’emergenza, tutti i giorni ha cucinato più di 200 pasti, con amore e determinazione, a favore di tutte le persone che hanno aiutato in questa drammatica situazione e che ne avevano bisogno. Ci vuole una forza immensa per fare ciò, incredibile. Infine, io e la mia famiglia ci siamo casualmente ritrovati a gestire per alcuni giorni il punto di raccolta dei viveri a Lugo, ed è stata veramente stupefacente tutta la mobilitazione per aiutare e sostenere la comunità; c’è stata un’immensa solidarietà, proveniente da ogni parte d’Italia: da Genova, Venezia, Bologna, Reggio Emilia...

Tutti noi, me compreso, in questi giorni abbiamo dovuto affrontare la fatica di spalare l’acqua e il fango, ma abbiamo anche assistito a questa solidarietà, a questa nuova bellezza, a questa nuova potenza. Basta pensare solo al lavoro dei volontari, che mi ha lasciato stupito. Tanti volontari, lavoratori, giovani e giovanissimi impegnati nell’aiutare il prossimo e nel sollevare la comunità.

L’emblema di tutto questo è quel vecchietto, sfollato all’ex Pala Banca di Lugo, che ha chiesto a Don Leo di convincere il nipote a lasciarlo lì in mezzo agli sfollati, perché si sentiva bene, felice, compiuto.

Che bellezza è questa! Non possiamo rimanere inermi di fronte a simili avvenimenti.

Questa meravigliosa reazione ha coinvolto la maggioranza del nostro popolo. Quando io e mio padre giravamo per Lugo a distribuire il cibo a chi ne avesse bisogno, le persone che abbiamo trovato per strada avevano sì un velo di tristezza, ma erano anche liete e con la voglia di ripartire al meglio.

Sono stupito, sono commosso. Non mi vengono in mente le parole per descrivere questa bellezza e la mia commozione.

Questa è la via, la verità, la vita.

In molti si chiedono di chi sia la colpa di questa strage. Diceva Don Giussani: “Il passato non c’è più, il futuro non c’è ancora, c’è solo il presente”. Quindi il punto non è a chi dare la colpa, ma è cosa trattenere da tutto questo. Quindi cosa dobbiamo trattenere? Direi che la risposta a questa domanda è contenuta nei gesti descritti. A noi la conclusione.

Concludo lasciando un messaggio ai nostri amministratori, di ogni colore politico, dicendo loro di prendere come stimolo la solidarietà e la bellezza di questi giorni, che è l’unica potenza in grado di cambiare le cose, per governare al meglio l’Italia e la Romagna. Come direbbe Mario Draghi bisogna fare “tutto il necessario” per adempiere questa missione.



- Andrea Tortora, 2^Bsa


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