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Cos'è l'anarchismo e perché è importante conoscerlo

Secondo Emma Goldman, militante femminista e rivoluzionaria anarchica, col termine “anarchismo” si intende: “la filosofia di un nuovo ordine sociale fondato sulla libertà non limitata da leggi fatte dagli uomini, ovvero la teoria secondo cui tutte le forme di governo si basano sulla violenza e pertanto sono sbagliate e dannose, oltre che inutili”. La parola “anarchia” deriva dal greco “αν-ἀρχή” e significa, letteralmente, “mancanza di governo” o, più in generale, “mancanza di un principio direttivo”. Il termine viene adottato per la prima volta dal filosofo francese Pierre-Joseph Proudhon che lo utilizza per descrivere la propria ideologia politica, basata su un’organizzazione priva di una qualsiasi forma di autorità. Successivamente, viene ripreso dal rivoluzionario russo Michail Bakunin che, in opposizione a Karl Marx, ritiene l’abolizione dello Stato l’unico mezzo attraverso il quale il proletariato può liberarsi dal giogo imposto dalle classi dirigenti e raggiungere la sua piena realizzazione. L’anarchismo, inteso come corrente ideologica, ha quindi origine nella prima metà del IXX secolo, ma le sue radici affondano molto più in profondità nella Storia. È possibile, infatti, individuare ideali anarchici già nelle rivolte degli schiavi dell'età classica, nelle insurrezioni contadine dell'Europa medievale e nella rivoluzione francese. Il desiderio di libertà e di rivalsa, sul quale è fondata l'ideologia anarchica, è sempre stato una costante nella vita degli esseri umani. Per questo motivo, è scorretto limitare l'anarchismo a un fenomeno politico e sociale del passato che, oggi, non ha più alcun valore: ogni volta che desideriamo rovesciare il sistema, che desideriamo essere liberi, stiamo compiendo un atto anarchico.

Nonostante l'anarchismo sia basato sul naturale impulso di libertà dell'uomo, oggi, viene spesso demonizzato a causa dei numerosi attentati terroristici ai danni di sovrani e uomini politici commessi, in passato, dagli anarchici.Un esempio di attentato di matrice anarchica che fece notevolmente accrescere la fama negativa dell'anarchismo, fu quello commesso il 29 luglio del 1900, da Gaetano Bresci, ai danni di Umberto I di Savoia, con lo scopo di vendicare il sangue versato, per ordine del re, durante la repressione dei Moti di Milano del 1898. Per via di atti estremi compiuti da uomini e donne che si sentivano oppressi in un mondo che è sempre appartenuto solo ai potenti, l'anarchia non ha mai acquisito quel consenso di cui godono altre ideologie altrettanto radicali. Se si andasse oltre a questi stereotipi, portati avanti da chi di anarchismo sa poco, si verrebbe a sapere che, oggi, è diffuso tra gli anarchici l'anarco-pacifismo, ovvero quella forma di anarchismo che prevede il rifiuto della violenza fisica e si propone di realizzare la rivoluzione attraverso strumenti pacifici, come la propaganda o forme di protesta nonviolenta. Questa corrente di pensiero è basata sulla convinzione, condivisa da molti anarchici moderni, che una società giusta sia fondata sull'assenza di costrizioni imposte alla volontà dei suoi membri e che, pertanto, attuare una rivoluzione con la forza sarebbe come far subire a coloro che non la desiderano la stessa oppressione che loro percepiscono da parte dello Stato.

Oltre all'anarco-pacifismo, esistono decine di altre correnti di pensiero anarchico. Una delle più diffuse è quella dell'anarco-comunismo che conta, tra i suoi maggiori sostenitori, il filosofo russo Pëtr Kropotkin. L'anarco-comunismo, oltre a quella dello Stato e di ogni forma di autorità centrale, promuove anche l'abolizione di classi sociali, denaro e proprietà privata. In questa visione, terre, risorse naturali e mezzi di produzione sarebbero sotto il mutuo controllo di comunità locali. Si tratterebbe, quindi, di un sistema privo di moneta, nel quale beni e servizi verrebbero distribuiti tra tutti i membri della comunità. Un'altra delle correnti anarchiche che, tutt'ora, mantiene una certa rilevanza è quella anarco-femminista. Le anarco-femministe, tra le quali spicca Emma Goldman, vedono il patriarcato e i ruoli di genere come la manifestazione di una gerarchia indissolubilmente legata allo Stato. La lotta anarchica, quindi, diventa una componente essenziale della lotta femminista in quanto l'esistenza stessa del patriarcato è giustificata da quella dello Stato. I temi principali di cui si occupano le femministe anarchiche sono il diritto sul proprio corpo, l'abolizione del matrimonio e l'opposizione ai ruoli tradizionali di genere.

Oggi, quasi nessuno parla più di anarchismo, ma le sue correnti di pensiero e i suoi protagonisti continuano a ispirare libri e canzoni, rivelando quanto sia forte l'impatto che questa ideologia ha avuto nella nostra cultura. Musicalmente, l'anarchismo trova la sua massima espressione nell'anarcho-punk. A differenza del punk classico, quello dei Sex Pistols e dei The Clash, gli artisti anarcho-punk non hanno come interesse il valore provocatorio dell'anarchismo, ma abbracciano il lato pacifista dell'ideologia. Nelle loro canzoni, band come i Dead Kennedys o i Crass, mostrano il lato più profondo dell'anarchia, trattando temi politici e sociali. La nascita di questo genere musicale ha permesso una notevole diffusione delle idee anarchiche negli anni '70 e '80 del '900, avvicinando i giovani a un'ideologia da cui le istituzioni cercavano di allontanarli. Attualmente, questo fenomeno è notevolmente in calo. Credo, però, che per noi adolescenti sia ancora fondamentale interessarci e riuscire a cogliere il potenziale dell'anarchismo, così come quello di qualsiasi altra idea politica, perché può contribuire alla creazione di un qualcosa di nostro, di una visione della realtà che ci appartenga davvero. Solo sapendo come dovrebbe essere il mondo in cui vorremmo vivere potremmo fare qualcosa per renderlo reale.


Fosca de Miranda, 5ASU


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