Retrospettiva su THE LAST OF US, uno dei picchi più alti della storia del videogioco
- L' eco del Liceale
- Mar 30, 2023
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Uno dei picchi più alti della storia del videogioco
In questo articolo, in occasione del suo decimo anniversario, vorrei trattare di una delle più grandi opere d’arte dell’intrattenimento digitale, The last of us.
The Last of Us è videogioco di genere survival-horror sviluppato da Naughty Dog, scritto e diretto dall’appena trentenne Niel Drukmann e pubblicato nell’autunno 2013 esclusivamente per la console PlayStation 3. Tale titolo fu il canto del cigno per tale console, dato che nello stesso anno verrà messa sul mercato la Playstation 4.
Fu subito un successo clamoroso, tale titolo non era stato pubblicizzato pedissequamente nei mesi precedenti e si sapeva ben poco di che trattasse prima della sua uscita. I titoli più di successo del periodo erano principalmente a tema zombie e post-apocalittico, principalmente a causa del successo della serie The walking dead, trasmessa in quel periodo. Il fulcro di questo genere era principalmente la componente horror ed action, con grandi quantità di sangue per contorno.
L’obiettivo principale di tali prodotti era quello di creare sempre più esemplari di mostri terrificanti in grado di generare sempre più merchandising e pubblicità; d’altronde al giorno d’oggi noi ricordiamo forse i nomi dei protagonisti di Alien o Predator? Certo che no, ciò che ricordiamo sono i mostri pubblicizzati fino allo sfinimento, privi di qualsivoglia caratterizzazione, che hanno come unico motivo di esistere l’uccidere e produrre una serie interminabile di sequel deludenti.
Ma The last of us non fece così, fece l’esatto contrario, creò un mondo post-apocalittico meraviglioso nel suo brutale realismo, là dove i mega agglomerati urbani sono ormai scomparsi lasciando spazio alla natura incontrollata, là dove i “mostri”, qui esseri umani infettati da un virus realmente esistente (solo che ovviamente non altrettanto pericoloso), si vedono raramente, i personaggi ne parlano raramente e non si ha alcun interesse da parte delle persone rimanenti di sterminarli, questo perché ormai il mondo come lo conoscevano è svanito e ne rimarranno solo i più cari ricordi. Ed ecco chi sono i veri protagonisti della nostra vicenda, gli esseri umani, ormai schiacciati dal peso dell' opprimente realtà che li circonda, pronti a tutto per trovare qualcosa o qualcuno per cui lottare e per mantenere quel poco che rimane loro di umanità. Qui i veri mostri sono gli uomini, la cui disperazione può spingere loro a compiere atti di gentile crudeltà, o ancor più spesso di crudele bontà, d’altronde quante vite saresti disposto a schiacciare per proteggere coloro che ami?
Siamo nel 2013, Texas, Joel Miller, un ordinario padre single rientra tardi a casa dopo una giornata di lavoro, ad attenderlo c’è la figlia dodicenne Sarah, rimasta alzata fino a tardi per ricordare al padre del suo stesso compleanno, la ragazzina consegna a Joel il suo regalo, un nuovo orologio per sostituire quello rotto del padre. C’è familiarità tra i due personaggi, un legame profondo che colpisce efficacemente lo spettatore in pochi minuti di dialogo. La stessa notte Sarah si sveglia di soprassalto, numerosi tumulti stanno sconvolgendo il mondo, città vengono bombardate e altre messe in quarantena, noi siamo Sarah, percepiamo la sua paura e impotenza di fronte a tutto, ci immedesimiamo in lei in un modo che nessun prodotto cinematografico o letterario era mai riuscito a fare prima.
La parola chiave è interattività. Un prodotto cinematografico è in grado di mostrarci le gesta di un determinato personaggio e sentire ciò che dice, ma nulla più, il DIVENTARE quel personaggio è invece un livello di interattività superiore che solo il videogioco è in grado di mettere in pratica.
La complessità e l’innovazione che caratterizzano il prologo di The last of us sono a tutt’oggi uno dei momenti più alti della storia del videogioco e saranno prese come esempio da numerosi registi e artisti di lì in avanti.
In seguito al prologo gli eventi si sposteranno vent’anni nel futuro, Joel è ormai un cinquantenne stanco e disilluso, che tenta di non essere completamente assorbito dalla spirale di brutalità che ormai caratterizza la sua vita. Egli ha compiuto atti brutali per sopravvivere in quegli anni, ora è un contrabbandiere che commercia illegalmente tra le varie Zone di Quarantena sparse per l’America.
A Joel verrà assegnata una nuova missione, trasportare Ellie, una quattordicenne sboccata ma molto matura per la sua età, dalla sponda est a quella ovest del Nord-America. Durante il loro lungo ed estenuante viaggio tra città distrutte abitate da gruppi di predoni e insetti spaventosi si instaurerà un legame di rara profondità, inizialmente indifferenti tra loro e legati dalla semplice necessità di sopravvivere, successivamente troveranno nell’altro una possibilità per trovare la redenzione a cui entrambi aspirano, cercare di proteggere chi amano, a qualunque costo.
Molti fanno l’errore di considerare Ellie e Joel come gli “eroi” della storia, ma ciò è errato. Nessuno in The last of us è completamente buono, esattamente come nessuno è completamente cattivo, la psiche di ogni personaggio si aggira su una scala di grigi e ciò che può essere considerato un atto di bontà per qualcuno, può essere un atto di brutalità per qualcun ‘altro, sopravvivere in questo mondo ormai allo sbaraglio senza calpestare qualcuno è impossibile, non importa quanto buono tu sia.
The last of us racconta una storia straziante e sicuramente non per tutti, è in grado di sovvertire i pregiudizi e mostrare come anche l’ignoranza possa uccidere, richiede inoltre una grande apertura mentale per comprendere a pieno i messaggi che gli sviluppatori hanno voluto imprimere nella loro opera che una volta conclusa lascerà a vita un segno indelebile nei cuori di chi l’ha giocato, un ricordo prezioso e inestimabile, per quanto doloroso.
The last of us è un'esperienza che può essere vissuta da chiunque, infatti i suoi sviluppatori hanno implementato sistemi di inclusività all’avanguardia per garantire ciò, come l'audiodescrizione per non vedenti o comandi vocali per chi non è in grado di utilizzare le mani. A Gennaio è anche uscita la serie TV targata HBO che adatta l’opera in questione e la consiglio caldamente a chiunque, che conosca o meno il prodotto d’ispirazione, d’altronde è stato lo stesso Niel Drukmann, autore originale del gioco a co-dirigerla, aggiungendo anche scene o personaggi tagliati che contribuiscono ad arricchire il tutto in maniera intelligente e pregevole.
Prego quindi nuovamente chiunque di voi a tentare di immergervi nel mondo di The last of us così da trarre le vostre conclusioni in prima persona e rimanere stregati dalla sua oscura bontà.
- Paolo Savioli 4BSU
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