Cuore artificiale
- L' eco del Liceale
- Jan 17, 2023
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All’ospedale Maggiore di Bologna, quest’anno il natale arriva in anticipo
La notizia è giunta al pubblico il giorno 21 dicembre: a Vincenza Calcavecchia è stata salvata la vita grazie ad un intervento d’urgenza moderno ed innovativo, che ha posto l’ospedale Maggiore di Bologna al centro dell’attenzione pubblica nelle ultime ore.
Essendo già da tempo punto di riferimento fondamentale per la telemedicina, un insieme di tecniche mediche che permettono il monitoraggio dei pazienti a distanza, gli specialisti sono stati in grado di identificare delle anomalie negli impulsi del circuito elettrico nel cuore della donna, in cui era stato precedentemente inserito un defibrillatore interno.
Preoccupati dagli esiti di queste analisi a remoto, hanno deciso di indagare più a fondo, confermando purtroppo l’ipotesi che si trattasse di un caso particolarmente grave di aritmie maligne (alterazioni del ritmo cardiaco), insostenibili per il cuore malandato e soprattutto molto difficilmente trattabili per via farmacologica.
Pertanto, una volta determinato il percorso chirurgico tecnico che prevedeva un’ablazione transcatetere, individuando e interrompendo i circuiti elettrici cardiaci patologici, si è potuto proseguire con l’intervento di estrema urgenza.
L’Ausl di Bologna evidenzia però come Vincenza presentasse una “elevatissima frequenza della tachicardia ventricolare che non poteva essere tollerata per il tempo necessario all’esecuzione dell’ablazione”.
Proprio per questo motivo, i chirurghi hanno dovuto usufruire di una recente tecnologia, un catetere con una piccola turbina che garantisce la circolazione sanguigna ad un ritmo insostenibile per la vita umana, inserita nel corpo della paziente da Giampiero Nobile, cardiologo presso l’ospedale di Bologna.
Gaetano Barbato e il suo team di elettrofisiologi sono quindi riusciti a svolgere senza ulteriori ostacoli l'operazione, grazie alla pompa artificiale, evitando qualsiasi tipo di danno agli organi e mantenendo un ottimo afflusso di sangue.
La donna si rimetterà presto, tornando alla propria quotidianità per merito di questa disciplinata e competente equipe.
Si tratta quindi di un “risultato straordinario, reso possibile dalla collaborazione di specialisti diversi”, come afferma l’azienda sanitaria locale.
L’inserimento preventivo di un catetere per sostenere il cuore ha trasformato l’intervento in un caso complesso, il primo in assoluto a svolgersi nella nostra regione e sicuramente non l’ultimo.
Ciò ha infatti aperto numerose porte e mostrato vie percorribili nel futuro della medicina non solo italiana, bensì mondiale.
L’ospedale Maggiore si è dimostrato nuovamente un centro all’avanguardia, in grado di fornire sicurezza, efficacia ai propri pazienti, nonché di emergere nella scena nazionale per i traguardi raggiunti.
Sofia Preti 3ASA
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