top of page

DCA: COME FRANCESCA HA SCONFITTO IL SUO “MOSTRO”

Updated: Dec 31, 2022

Il 15 marzo si è celebrata la Giornata Nazionale dei disturbi dell'Alimentazione e della Nutrizione, malattie che, negli adolescenti, rappresentano la seconda causa di morte. Nel lockdown la situazione si è aggravata in modo preoccupante: i casi sono aumentati del 40%, con un’età di esordio che si è abbassata al di sotto dei 14 anni, in una diagnosi su tre.

Con l’acronimo DCA si identificano i disturbi legati al comportamento alimentare e ai meccanismi psicologici che ne derivano.

Proprio per questo,l sono inseriti nella categoria delle patologie mentali, visto che colpiscono gli individui indipendentemente dal genere e dal tipo di aspetto fisico, nonostante i numerosi stereotipi che hanno associati i disturbi alimentari con il sottopeso o l'obesità.

La nostra intervistata, Francesca, ha collaborato con la professoressa Budi durante lo scorso anno, tenendo lezioni riguardanti questo tema agli alunni del Liceo, in un momento di grande difficoltà per tutti quanti.

Vogliamo ricordare a tutti i lettori che questo articolo è stato scritto a solo scopo informativo: nel caso in cui qualcuno si riconosca in ciò che abbiamo descritto non esiti a contattare medici o psicologi.

Il Numero Verde S.O.S. Disturbi Alimentari è 800 180969, ed un sito internazionale che contiene informazioni utili è https://eatyourlife.org/


Puoi raccontarci, se te la senti, la tua storia: dal momento in cui ti sei ammalata al processo di guarigione?

La mia storia è abbastanza intricata: mi sono ammalata in due momenti differenti. La prima volta avevo circa 9 anni: i miei genitori avevano divorziato ed io ho attraversato molte difficoltà, non tanto nel mio rapporto con il cibo, quanto in quello con mio padre. Non ho mai instaurato una vera relazione con lui, ci sono sempre state avversità nel nostro rapporto. I medici non parlavano di malattie o di disturbi, ma di un “mostro” che mi ha accompagnato per quasi due anni.

Mio babbo si stancò di pagare le sedute e, dato che mia mamma non poteva permettersele, ho dovuto concludere il mio percorso. Ho affrontato i miei anni delle medie serenamente, mi trovavo bene con i miei compagni ed i professori.

Io però ho continuato ad ingrassare, fino al punto in cui mi sono trovata a soffrire di obesità. La mia situazione si è aggravata tra marzo e giugno 2020, con il lockdown, quando si stava in casa, attaccati al telefono. Io invece trovavo conforto nel cibo. Mi annoiavo e, soprattutto, stavo male. Non amavo me stessa. Mi guardavo allo specchio ripetendo “Faccio schifo, Faccio schifo”. Anzi, “Fai schifo”, fissandomi bene gli occhi, e credo sia peggio di qualsiasi altra cosa..

Sono stata molto fortunata: mia mamma mi ha sempre aiutato, e non mi ha rassicurato dicendomi “Non è vero, sei bellissima”. Non mi ha mai mentito, anzi, mi ha sempre ripetuto “Cambia: hai la possibilità di farlo, sei capace, cambia, mettiti in gioco”. Io l’ho ascoltata.

E’ dal 7 luglio del 2020 che ho iniziato un nuovo percorso in una clinica di Ravenna. E’ ovvio che sia difficile, ci sono ancora molti step da fare, ma posso contare sulla mia determinazione. Sono contenta di quello che ho fatto: dei medici che mi hanno seguito, di essere cambiata, di avere nuove abitudini alimentari, di aver risolto i miei problemi. Dopo tutte le prese in giro che ho sopportato, tutta la cattiveria che ho riscontrato in questi sette anni sono felice di avercela fatta.


Cosa ti ha spinto a scegliere di guarire dal tuo disturbo alimentare, quale pensi sia stata la causa?

Quello che mi ha spinto a guarire è stato sicuramente il fatto che io non accettassi me stessa. Grazie all’aiuto delle persone a me vicine ho deciso di puntare tutto sul mio cambiamento. Non accettavo il mio fisico, era uno dei miei punti deboli. Coloro che mi criticavano, che mi odiavano, hanno riversato addosso talmente tanta cattiveria su di me da finire per convincermi. Ero io a sostenerli.

Sentivo la necessità di cambiare, la voglia di essere una Francesca nuova. Io non volevo sentirmi più odiata, ma soprattutto non volevo più disprezzarmi. Purtroppo nella fase adolescenziale in molti si ritrovano a dover combattere un mostro. E’ una battaglia lunga, insidiosa, che se non risolta può prolungarsi fino all’età adulta. Altri, invece, vengono mangiati da questo mostro. Io fortunatamente l'ho sconfitto.


Cosa ti ha insegnato la tua esperienza?

La mia esperienza mi ha insegnato a mangiare, senza schemi e senza privarmi del piacere del cibo. Ho capito come gestire la mia quotidianità, ad accettare che ci siano giorni in cui, per un motivo o un’altro, si mangia quel poco di più o poco di meno.

Ho imparato ad amare, non solo me stessa, ma anche gli altri. Credo sia fondamentale apprezzare la propria essenza interamente, accettando pregi e difetti, e penso questo sia l’unico modo per essere grati anche chi per ci circonda. Sono venuta a conoscenza del dolore, della felicità, della tristezza, ho imparato cosa significa crollare, avendo la voglia di rialzarsi subito dopo.


Trovi che gli incontri che hai svolto assieme alla professoressa Budi siano stati d'aiuto? Da dove è nata questa idea?

Penso che il progetto svolto con la professoressa Budi sia stato estremamente d'aiuto, forse non tanto per me che stavo parlando, ma per coloro che stavano ascoltando, in quanto non sono una dottoressa bensì loro coetanea, estroversa e chiacchierona. Spesso mi capita infatti di stringere amicizie all’interno delle classi in cui tengo gli incontri.

Ritengo che anche per questo possa essere stato più interessante: non ho usato termini tecnici ma parlato della mia esperienza personale, sperando così che il concetto risultasse comprensibile.

Questa idea è nata dalla mia professoressa di ginnastica, Ivana Bacchini, dopo aver esposto un power point alla mia classe. Colpita, ha deciso di inviarlo ad altri insegnanti, tra cui la collega Budi che ha chiesto di potermi contattare.

Tuttavia, l'anno scorso ho dovuto fare questi incontri in Dad, causa emergenza sanitaria e chiusura delle scuole.

A mio avviso, è un’esperienza stimolante sia per me che per gli altri alunni. Spero di poter continuare con questa iniziativa.


Ruolo dei genitori e della società: come possono scatenare i meccanismi che portano ad un disturbo alimentare ?

I genitori e in generale la società influiscono tantissimo. Spesso sono ragazze che mi scrivono perché le madri pronunciano commenti inopportuni riguardo al loro aspetto, o sull’abbigliamento che credono “non gli sia permesso” indossare per il tipo di fisico che possiedono. Sono convinta che questo possa scatenare meccanismi relativi ai disturbi alimentari, specialmente se le critiche provengono da una figura di riferimento come un genitore, magari perché lo stesso adulto ne ha sofferto in precedenza.

Anche i social giocano un ruolo molto importante, in quanto spesso si trovano immagini di corpi “perfetti” e di conseguenza irreali, che portano al desiderio di emularli e all’odio verso i propri perché non rientrano in determinati canoni. Ognuno dovrebbe amare sé stesso e il proprio corpo, a prescindere da quello che ci viene “imposto” dagli standard della società.

Migliorare e lavorare per il proprio benessere psicofisico è un’ottima iniziativa, ma non ci si dovrebbe mai paragonare agli altri, in quanto siamo tutti diversi e unici.


Secondo te, come si sono evoluti questi disturbi nel corso della pandemia?

I disturbi alimentari sono aumentati in maniera spropositata. Siamo rimasti tutti a casa, da soli con noi stessi. Anche chi era parte di una famiglia numerosa si è ritrovato a rimuginare sulle proprie azioni.

Ci sono persone che si sono sfogate nell'allenamento eccessivo, tutti i giorni, anche in video lezione. Ho sentito di ragazzi che durante i collegamenti con i professori venivano scoperti con pesi in mano, oppure mentre facevano flessioni.

Inoltre, nel lockdown eravamo tutti connessi su Tik Tok, Instagram o Twitter, dove il cyberbullismo ha preso piede. Gli insulti e le prese in giro a discapito dei più deboli hanno certamente contribuito allo sviluppo di disturbi alimentari.


Che consiglio daresti a tutti gli adolescenti (e non) che stanno soffrendo in questo momento?

Chi vi ha criticato si volterà sicuramente indietro, magari non si scuserà per ciò che ha fatto, ma tutti nella mia esperienza di vita sono sempre tornati. Per quanto crudele possa essere stato il vostro passato, avrete la vostra rivincita personale.

Amate voi stessi. Amatevi più di qualsiasi altra cosa, perchè solo così riuscirete ad apprezzare gli altri.

Fatevi aiutare. Il sostegno esterno o il pianto non sono sinonimo di debolezza e non significano volersi arrendere. Trovate conforto In amici, genitori, professori: coloro che vi conoscono e sono consapevoli del vostro valore


ILARIA SALUCCI E SOFIA PRETI, 2ASA

Recent Posts

See All
La cura attraverso l’arte

Dal 5 marzo al 16 aprile, a Ravenna, nel Palazzo Rasponi dalle Teste, si sta tenendo una mostra dal titolo “La cura attraverso l’arte”...

 
 
 
INTERVISTA AD AGNESE FABBRI

La nostra curiosità ci ha spinto ad intervistare l’autrice di una raccolta di poesie che si intitola Le stagioni.. Se pensate che questa...

 
 
 

Comments


bottom of page