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IL CINEMA DI YOGORS LANTHIMOS

Yogors Lanthimos è un regista, sceneggiatore e produttore greco, ad oggi può vantarsi di aver ottenuto un vastissimo numero di candidature agli Oscar, ai festival del cinema di Cannes, Toronto e Venezia; non meno importante, però, è l’enorme successo che ha ottenuto negli anni in tutto il mondo.

La sua carriera ha inizio, come spesso accade, con la produzione di semplici cortometraggi, ad oggi quasi introvabili, video musicali e spot pubblicitari.

Le sue prime pellicole risalgono agli inizi del XXI secolo, con O kalyteros mou filos, continuando con Kinetta, Dogtooth, Alps e arrivando poi ai film che gli hanno definitivamente segnato la strada del successo nel mondo di Hollywood: The Lobster, La Favorita e Il Sacrificio del cervo sacro.

Ad oggi il regista è occupato con l’uscita del suo nuovo corto Bleat, in collaborazione con Emma Stone.

La regia dell’artista in questione non è sicuramente di immediata comprensione o tipicamente chiara e lineare, le trame sono spesso surreali, angoscianti e sospese in un universo senza finali delineati o immaginabili.

L’obiettivo dei personaggi di Lanthimos è quello di trasmettere l’angoscia, la freddezza, l’acidità tipica della società odierna; tutto il caos che tormenta i nostri giorni è riversato su un singolo personaggio, solitamente succube di violenze, ingiustizie e inganni da parte di tutti coloro che lo circondano.

Questo è proprio quello che accade negli ultimi tre film citati.


THE LOBSTER, 2015

Nel primo, David, meravigliosamente interpretato da Colin Farrell, vive in una società in cui essere single è un crimine, in cui la vita deve essere vissuta in due, i figli sono solo dei leganti per le neo-famiglie, dati sostanzialmente in comodato d’uso dai piani alti, l’amore è una corsa contro il tempo e il futuro non è una scelta: insieme per sempre o da soli come degli animali (in tutti i sensi).

Chiunque non trovi l’amore entro 45 giorni sarà costretto a scegliere un animale in cui essere trasformato, il desiderio di David sarebbe quello di diventare un’aragosta: queste vivono oltre i cento anni e per ognuno di questi hanno la possibilità di poter procreare (e forse, implicitamente, amare).

I giorni procederanno veloci e ripetitivi per David e il suo cane (una volta suo fratello), tra lezioni su quanto sia pericoloso vivere da soli, giri di caccia in cui si cercano e catturano dei “solitari” (single) nascosti in mezzo ai boschi e appuntamenti di poco interesse con donne sostanzialmente indifferenti.

Tutto però cambierà quando, a ridosso del termine ultimo per trovare una compagna, il nostro protagonista sarà costretto a scappare e diventare anche lui un fuggitivo solitario.

Una volta entrato nel bosco, il destino gli sembrerà giocare un grande scherzo, qui David incontrerà una bellissima donna miope (Rachel Weisz) con la quale creerà un rapporto tanto rischioso quanto ricco di complicità e intesa.

I due solitari sceglieranno di sfidare qualsiasi regola di una e dell’altra società, non staranno abbastanza insieme per una ma staranno fin troppo insieme per l’altra, la conclusione sembra essere comunque una sola: amarsi o morire.


LA FAVORITA, 2018

In La Favorita il discorso invece è ben diverso: qui la protagonista è la Regina Anna (Olivia Colman), la quale, ormai in là con l’età e in condizioni di salute sia fisica che mentale poco rassicuranti, sente sempre di più il bisogno di avere al suo fianco qualcuno che la assista e diriga nel suo compito di reale inglese. Al suo fianco inizialmente troviamo Lady Marlborough (Rachel Weisz), una donna totalmente devota alla sua regina e al suo popolo che però ha come unico obiettivo il potere e la corona d'Inghilterra.


A rovinarle i piani arriverà Abigail Hill (Emma Stone), una sua cugina caduta in disgrazia a causa del padre, che si ritrova a corte con l’unico grande obiettivo di riacquistare il titolo nobiliare e, possibilmente, anche qualcosa in più.

La storia sarà, di nuovo, coronata di cattiveria, a volte gratuita, a volte giustificata da una sete di potere che solo una donna del XVII secolo poteva provare.

Una lotta così agguerrita tra donne potenti e forti d’animo risulta quasi inopportuna in relazione al contesto in cui la si trova e, sempre in armonia con il metodo del regista che la dirige, risalta di gran lunga quella che è l’originale ambientazione macabra che il film vuole evocare.



IL SACRIFICIO DEL CERVO SACRO, 2017

L’ultimo film di Lanthimos che citerò è il thriller distopico per definizione, in cui fa premio il non detto.

I personaggi principali sono Martin (Barry Kheogan), un sedicenne ribelle e apparentemente appassionato alla medicina, Steven Murphy (Colin Farrell), un cardiologo di successo, e tutta la Famiglia Murphy (madre, figlia maggiore e figlio minore).

I destini dei cinque protagonisti si incroceranno inevitabilmente quando il medico introdurrà il ragazzo alla sua famiglia; da qui si inizieranno a scoprire dei legami del passato che ancora pesano sulle coscienze di entrambe le parti.

Il passato da alcolista di Steven e la sete di vendetta di Martin saranno sicuramente le basi dell’opera di Lanthimos, dalle quali però si arriverà poi al vero cuore della storia: la scelta su chi dovrà morire per salvare tutti gli altri.

Chi sarà la vittima sacrificale che rivendicherà il passato di Martin e la morte di un suo caro? La scelta è solo nelle mani di Steven.

Il riferimento alla mitologia qui è chiaro, il sacrificio a cui è sottoposto Steven è lo stesso del greco Agamennone: anche lui sarà costretto a uccidere una delle sue figlie più belle, Ifigenia, in seguito a un torto che fece alla dea Artemide con l’uccisione di un cervo sacro.

Alla fine la giovane e bella Ifigenia viene salvata dalla pietà della dea Artemide attraverso una cerva posizionata al posto della ragazza, un po’ come successe anche al figlio di Isacco in un noto passo della Genesi.

Il destino dei Murphy sarà ugualmente positivo o gli errori del passato di uno ricadranno sulle sorti di tutti gli altri?



Sofia Rabbito 4BSU

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