IL FARO
- L' eco del Liceale
- Mar 13, 2023
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La notizia più sconvolgente di queste ultime settimane, a livello internazionale, è stata la presenza nei cieli statunitensi di un pallone aerostatico cinese.
Secondo le autorità cinesi il pallone aveva solo una funzione meteorologica, anche se aveva delle dimensioni eccessive per essere un dispositivo meteorologico, quindi non una funzione di spia come sostengono alcune autorità americane. Inoltre, i cinesi hanno spiegato la sua immissione nei cieli americani sostenendo che il pallone aveva perso la sua rotta a causa della natura del dispositivo che è facilmente manovrabile dal vento.
Ad ogni modo, il presidente americano Biden ha ordinato l’abbattimento del dispositivo cinese, su pressione dei repubblicani, appena questo è confluito in una zona per cui l’abbattimento non sarebbe stato un problema per la popolazione americana.
Il governo cinese, tramite il suo ministro degli esteri, ha ribadito che il pallone aveva una funzione solo ed esclusivamente civile e che gli Stati Uniti affronteranno delle “conseguenze” per l’abbattimento.
Per le autorità americane la presenza dell’aerostato non è frutto di un incidente dipeso da un problema tecnico, ma è un tentativo di spionaggio da parte dei cinesi. In genere per le operazioni di spionaggio si utilizzano i satelliti, e la Cina ne possiede alcuni in orbita, ma i palloni aerostatici offrono una visuale più completa e potrebbero fornire ai cinesi più informazioni rispetto ai satelliti. Quali informazioni la Cina avrebbe voluto ottenere dal pallone non è alla nostra portata. Tutte queste sono delle ipotesi, sebbene accreditate. Una certezza però l’abbiamo: non sappiamo perché questo dispositivo si trovava sopra gli Stati Uniti e se davvero c’è qualcosa di losco dietro o se è stato solo un incidente. Gli americani stanno cercando di recuperare i resti dell’areostato per chiarire questa situazione.
I rapporti tra America e Cina, comunque, sono molto delicati e entrambe le superpotenze cercano di ottenere informazioni sull’altra. Dobbiamo vedere se questa crisi si ferma qui o se potrebbe evolversi portando a una rottura dei rapporti oppure se, come sostengono alcune autorità americane, le diplomazie di ambedue i paesi trovino delle regole su come comunicare tra loro e su come avere delle interazioni per evitare altri incidenti di questo tipo. Questa è proprio la cosa che è successa dopo la crisi missilistica di Cuba.
Questa crisi dimostra che il nuovo equilibrio mondiale vede una contrapposizione tra l’Occidente, a guida americana, e la Cina, la quale è anche il riferimento di anche altre dittature e stati, come la Russia e l’India.
Questo conflitto è però più ampio, è una contrapposizione tra le democrazie, con un modello culturale di libertà, e le dittature, con un modello culturale di repressione. In tutto questo è anche in gioco la guida del mondo; quale sarà il Paese, l’istituzione, la forza che garantirà l’equilibrio mondiale, che manterrà la stabilità, che tutelerà la libertà e la democrazia e che guiderà il mondo? Questa guida potrebbe essere la Cina, peccato che non sarà un guida libera e democratica, sarà un paese dittatoriale che vorrà sottomettere e controllare gli equilibri mondiali.
La Cina sta diventando geopoliticamente sempre più forte, sta facendo accordi a suo esclusivo vantaggio con molti stati del mondo, principalmente con il continente africano che, possiamo dire, se lo sta “comprando”; la Cina, ormai, ha a disposizione tutte le materie prime essenziali, è ricca di combustibili fossili, ha le terre rare fondamentali per l’elettronica e lo sfruttamento delle energie rinnovabili, ha un mercato troppo vasto e noi sfruttiamo eccessivamente la sua manodopera a basso costo. La Cina è forte e noi dipendiamo da lei. Ma non possiamo dimenticarci che in questa nazione c’è la dittatura del Partito Comunista Cinese (PCC), i suoi cittadini non sanno cosa sia la libertà, la democrazia; vengono praticate delle torture abominevoli, come l’espianto forzato ai dissidenti degli organi vitali a favore dei dirigenti del partito.
Noi democrazie non possiamo permettere che il mondo finisca nelle mani di questa dittatura. Dobbiamo rafforzare e perfezionare il nostro modello libero e democratico, dobbiamo rafforzarci dal punto di vista geopolitico, per garantirci le materie prime di cui abbiamo bisogno, facendo accordi con gli stati africani, asiatici e arabi (i quali sono quelli con più materie prime a disposizione) favorendo il loro sviluppo da ogni punto di vista: economia, benessere, cultura, identità, e, se possibile, democrazia.
Noi democrazie dobbiamo rappresentare un modello di libertà e pieno compimento dell’uomo, dobbiamo avere una grande lungimiranza, dobbiamo essere la guida libera e democratica di cui il pianeta ha bisogno.
Per fare tutto ciò le democrazie devono avere, a loro volta, una guida interna.
Questa guida è l’Europa.
Sebbene gli Stati Uniti d’America siano un grande paese, dove la democrazia ha conosciuto il suo primo grande sviluppo, la cultura americana è diversa dalla nostra (basta vedere la sanità) e il dominio/guida della Terra si sta sfaldando, perché presi da loro sfaccettature negative interne e perché incapaci di portare la libertà nel mondo, la loro “esportazione della democrazia” è fallita, basta vedere l’Afghanistan che abbiamo vergognosamente abbandonato.
L’Europa sarà il centro del mondo. La cultura della libertà è nata in Europa, la democrazia è nata in Europa, il cristianesimo (la religione con più fedeli al mondo) è nato in Europa, la storia è nata in Europa. In passato abbiamo fatto errori, cose che ripudiamo e delle quali ci vergogniamo, ma il passato appartiene al passato e ora noi siamo cambiati, non possiamo assistere passivamente come degli ignavi.
Noi europei dobbiamo capire la responsabilità che ci tocca, e non possiamo farci prendere dalla pigrizia.
Tutto questo cosa c’entra con noi ragazzi? Tutto questo è per far capire che la situazione mondiale è complicata e su noi giovani c’è un’altissima pretesa di riuscire a cambiare in meglio questa Terra, qualsiasi cosa noi facciamo, qualsiasi lavoro vogliamo fare non possiamo dimenticarci di questa cosa: dobbiamo costruire il mondo oltre che noi stessi. Ciò riguarda ognuno di noi, anche me.
E, ovviamente, ognuno di noi non deve dimenticare il coraggio, per ogni cosa. Come dice l’ex presidente Mario Draghi: “Se hai perso il denaro, hai perso poco, perché con un buono affare lo potrai riavere; se hai perso l’onore, ha perso tanto, ma con un gran gesto lo potrai riavere; ma se hai perso il coraggio, hai perso tutto.”.
- Andrea Tortora, 2^BSA
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