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Il messaggio dietro Mr. Morale & The Big Steppers

Updated: Dec 30, 2022

Kendrick made you think about it, but he is not your savior (Savior)


Un album da due dischi costituiti da 9 tracce ciascuno: “Mr. Morale & The Big Steppers” rappresenta, fino ad ora, uno dei prodotti musicali più rilevanti del 2022. Un risultato dal peso consistente, troppo ingente per essere ignorato. Kendrick Lamar ritorna nella scena musicale dopo 5 anni, e si riappropria della posizione che in passato aveva ottenuto paradossalmente con un messaggio antitetico rispetto a quelle che fino ad adesso erano state le sue massime. La stessa attitudine che lo aveva portato a vincere il premio Pulitzer è sostituita da un nuovo orientamento, quasi opposto ad essa. Se infatti in “Good Kid, M.A.A.D City”, “To Pimp a Butterfly”, “Damn” Kendrick si era reso un portavoce della comunità nera, divenendo attivista della società razzializzata statunitense, in “Mr. Morale & The Big Steppers” vi è un capovolgimento dei suoi obiettivi: Kendrick comprende che prima di salvare la società, deve salvare se stesso.


Sorry our things saved the world my friend

I was too busy buildin' my redempt'

I choose me, I'm sorry

I choose me, I'm sorry

(Mirror)


È questa la linea d’arrivo a cui il percorso intrapreso nell’album lo conduce. Si tratta della rinuncia ad un’investitura profetica, una presa di coscienza. E non a caso nella copertina dell’album Kendrick indossa una corona di spine, regge la figlia e nasconde una pistola sotto la cintura dei pantaloni. Questi sono tre elementi che preannunciano il messaggio di “Mr. Morale & The Big Steppers”: Kendrick, per rompere un trauma generazionale (la figlia) causa del suo malessere, deve spogliarsi non solo dei peccati (la pistola), ma anche dei progetti troppo grandi a cui si era dedicato (corona di spine), in modo da trovare spazio per curare anzitutto il suo animo.


I brani costituiscono quindi delle vere e proprie sessioni di terapia, attraverso cui Kendrick sviscera non solo la natura dei suoi mali, ma riesce a comunicare anche la difficoltà che ha nell’esprimere questi ultimi. In questo senso infatti propone come titolo “Mr. Morale & The Big Steppers”: “The Big Stepper” rappresenta un riferimento al tip-tap, ma in particolare alla locuzione inglese “to tap dance around” (ovvero “eludere una domanda, sviare il discorso”). Kendrick mostra tutta la difficoltà che ha nell'affrontare i suoi turbamenti proprio attraverso il riferimento a questa espressione: per questo il suono caratteristico del tip-tap è la base di numerose tracce (Worldwide Steppers/Count Me Out/Father Time/We Cry Together/Savior).


Stop tap-dancin' around the conversation (We cry Together)


I due dischi dell’album sono quindi un escalation verso la risoluzione dei traumi di un uomo la cui tensione esistenziale è il peso stesso della vita. Ad ogni modo, questa sessione di terapia, benché il titolo dell’album sia “Mr. Morale & The Big Steppers”, inizia da “The Big Steppers”, che di fatto costituisce il primo dei due dischi. Il titolo invertito rispetto all’ordine dei dischi rappresensenta sicuramente un omaggio verso i gruppi soul degli anni ‘60 (Smokey Robinson and The Miracles, Diana Ross and The Supremes…).

In ogni caso, già i primi versi della traccia di apertura svelano la natura terapeutica dell’album: una voce femminile apre il brano (presumibilmente la proiezione della psicologa di Kendrick) con le parole: “Tell them, tell 'em, tell them the truth”.


Secondo la critica, questa voce femminile (che più volte ritorna nell’album, in particolare in We Cry Together) potrebbe rappresentare anche la stessa industria musicale: in questo senso quindi Kendrick dovrebbe “dire la verità”, ovvero spiegare il motivo per cui non si è esposto negli ultimi 5 anni (periodo in cui non ha pubblicato alcuna traccia), seppur i temi da discutere vi fossero (basti pensare ai BLM).

E Kendrick in risposta alla sollecitazione spiega il motivo per cui non è intervenuto, il motivo per cui ora non può più essere “your Savior”.


I've been goin' through somethin'

One-thousand eight-hundred and fifty-five days

I've been goin' through somethin'

Be afraid

(United in Grief)


Kendrick apre quindi questo percorso in cui si spoglia dell’investitura profetica di cui era a carico, per dedicarsi ai suoi traumi.

Inizialmente (soprattutto in N95, Rich Spirit) si mostra arrogante, sfrontato e così facendo continua a eludere la questione, continua a “tap-dance around the conversation”, ma nel secondo disco vi è un vero e proprio turning-point. In “Mr. Morale”, Kendrick affronta con una crudezza scottante i traumi infantili che lo hanno portato ad essere ciò che è: dagli abusi sessuali che aveva vissuto la madre (Mother I Sober), al modo controverso in cui la comunità nera aveva reagito alla transessualità di un suo zio (Auntie Daries).


"Did he touch you Kendrick?"

Never lied, but no one believed me when I said "He didn't"

[...] I never knew she was violated in Chicago,

I'm sympathetic, told me that she feared it happened to me

for my protection, though it never happened, she wouldn't agree

Now I'm affected, twenty years later trauma has resurfaced

Amplified as I write this song…

(Mother I Sober)


È così che Kendrick comprende di non poter essere il salvatore biblico in cui era stato riconosciuto: prima deve salvare se stesso.


I can’t please everybody (Crown)


Ma è proprio qui che sta la genialità dell’album. Infatti è proprio mentre Kendrick nega di voler essere un salvatore, che paradossalmente salva il suo pubblico. Attraverso i temi che affronta, inevitabilmente la psicoterapia da individuale diventa collettiva: quando Kendrick ripete i suoi vari mantra alla propria coscienza, lotta con la difficoltà nell'affrontare i traumi, o discute di questi stessi, dalla sua esperienza biografica arriva ad affondare in problematiche universali.

Chiedendosi da quali ferite vengano le sue insicurezze, si rende ancora una volta portavoce delle tensioni umane. La differenza è che ora si fa carico di tutti i peccati esattamente nel momento in cui dice di non volerlo più fare.


Al termine dell’album, Kendrick, dopo tutte le sessioni di terapia racchiuse nelle tracce, riesce finalmente a liberarsi dei suoi turbamenti, riuscendo così a rompere definitivamente il trauma generazionale. In un momento di pura commozione, sono la stessa figlia e la moglie a ringraziarlo per quanto ha fatto.


You did it

I'm proud of you

You broke a generational curse

Say, "Thank you dad"

Thank you daddy, thank you mommy, thank you brother

(Mother I Sober)


Serena Tabanelli 4Bs

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