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Imparare a chiudere gli occhi

Updated: Jan 3, 2023

Passiamo un terzo della nostra vita dormendo.

Nonostante il sonno si presenti come un lungo periodo di improduttività, esso riveste un ruolo essenziale per la regolarizzazione dei ritmi biologici, incidendo ad esempio sul nostro ciclo cardiaco, sulla salute fisica e mentale.

L’essere umano necessita di seguire una linea del tempo per scandire le proprie azioni. Biologicamente infatti il nostro organismo si è evoluto per sincronizzare le attività interne con i cambiamenti dell’ambiente che ci circonda, adattandosi dunque per esempio all’alternarsi del giorno e della notte, o al cambiamento delle stagioni. Questo meccanismo ha sede nell’ipotalamo, si chiama orologio biologico ed è formato da un gruppo di cellule che sono in grado di organizzare e regolarizzare tutte le attività biologiche del nostro corpo. In particolare esso è in grado di stabilire il nostro ciclo di sonno e di veglia, producendo quindi sonnolenza quando è tempo di dormire e svegliandoci quando dobbiamo tornare in attività. La durata di questo è uguale per tutti gli esseri viventi ed è circa 24 ore, ma ognuno si addormenta in un momento diverso e dorme per periodi più o meno lunghi. Queste differenze sono dovute da predisposizioni genetiche, dalla presenza di particolari reti di geni nel nostro DNA che sembrano poter modulare la velocità del nostro organismo di reagire alla luce e al buio. Tra gli esseri umani vengono distinti i “long” dagli “short sleepers”, ossia coloro che necessitano più o meno sonno. Questo non è indice di una migliore o peggiore qualità di vita, infatti l’appartenenza ad uno o l’altro gruppo non implica alcun svantaggio, se ognuno rispetta le proprie necessità. L’unico problema che può incorrere è quando queste predisposizioni genetiche entrano in contrasto con i ritmi imposti dalla società, che implicano la sveglia ad un determinato orario e che non permettono a tutti di mantenere incolume il proprio ciclo biologico. Ci viene costantemente imposto di rispettare degli orari, siamo schiacciati da scadenze, ed inevitabilmente, anche il nostro organismo deve imparare ad adattarsi.

E’ logico che la nostra comunità sia sviluppata così, dal momento in cui essendo tutti diversi, non potremmo vivere insieme se ognuno rispettasse i propri ritmi, senza tener conto di quelli altrui. Dunque fare riferimento ad una linea di tempo comune a tutti è un’azione necessaria.

Questo però non vuol dire che se siamo predisposti a dormire di più e tendiamo a svegliarci tardi la mattina, non possiamo andare regolarmente presto al lavoro o a scuola. In questo caso sarebbe una buona idea sfruttare altri momenti della giornate per dormire, come ad esempio il pomeriggio. E’ stato dimostrato che anche solo 15 o 20 minuti sono necessari per sentirci subito più attivi, a recuperare il sonno perduto durante la notte. Parlo del cosiddetto "power nap”, è infatti questo il segreto del successo di alcuni illustri personaggi della storia, come Napoleone, Leonardo da Vinci e Thomas Edison. Altri rimedi potrebbero essere l’attività fisica, che aiuta a conciliare il sonno, o altre pratiche di rilassamento, come lo yoga e la meditazione, che aiutano a scaricare lo stress.

Oggi una vastissima parte della popolazione, specie nelle nazioni occidentali, sperimenta una epidemica carenza di sonno, e ciò influisce negativamente sulle capacità cognitive, sulla produttività o sull’attenzione. Una persona in salute dovrebbe sentirsi in forza dopo quindici o massimo trenta minuti dal risveglio, se ciò non avviene la persona con grande probabilità durante la giornata si sentirà irritata e stanca. Questo anche perché dormire permette al corpo di buttare fuori sostanze tossiche accumulate dallo stress o dalle cattive abitudini, è inoltre capace di dare grandi benefici per la memoria o di consolidare i nostri ricordi. Il sonno gioca anche un ruolo decisivo nell’apprendimento, essendo in grado di cementare nuove informazioni. Tendiamo spesso a trascurare questo aspetto della nostra vita, dando la precedenza ad altre attività, ma dobbiamo comprendere che è una componente essenziale e che per il nostro stesso benessere “da svegli” dovremmo imparare a dargli la valorizzazione che merita.

IRENE DRAGONI 4AC

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