Luce e Buio di San Patrignano
- L' eco del Liceale
- Mar 20, 2023
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Si stima che nell’Unione europea circa 83,4 milioni di adulti (di età compresa tra 15 e 64 anni), pari al 29 %, abbiano fatto uso di sostanze illecite, con un numero di maschi maggiore (50,5 milioni) rispetto alle femmine (33 milioni) ad averne segnalato il consumo. La cannabis resta la sostanza maggiormente consumata, con oltre
22 milioni di europei adulti che ne hanno segnalato il consumo nell’ultimo anno.
Giovedì 10 Novembre, tre classi del nostro Istituto sono andate in viaggio d’istruzione nella comunità di recupero di San Patrignano, fondata nel 1978 da Vincenzo Muccioli, un personaggio pieno di lati oscuri, ma che ha indubbiamente salvato la vita di migliaia di ragazzi in un momento in cui lo Stato non sembrava essere in grado di dare una risposta concreta all’emergenza della tossicodipendenza da eroina, sempre più diffusa tra i giovani. Muccioli si fece carico di questo problema, accogliendo decine di ragazzi nel suo podere, presto trasformato in un’azienda agricola. Molti genitori e figure della politica territoriale iniziarono a supportare il “metodo di Mucci”, un metodo che, a suo dire, si basava sulla figura del padre di famiglia.
Il maggiore problema etico e legale di San Patrignano era che i pazienti, una volta entrati, non potevano di fatto abbandonare la comunità senza il consenso di chi la amministrava; Muccioli afferma espressamente in un'intervista d’archivio: <<Qui se ci entrate ci state, ma se voi volete mollare e ritornare indietro... eh no>>, per scoraggiare e punire atti di fuga, il “metodo di Mucci” prevedeva l’utilizzo di mezzi coercitivi (nel linguaggio giuridico denota un’azione gravemente limitativa dell’altrui volontà o possibilità di azione) con uso di catene, che riducevano ampiamente la possibilità di movimento dei pazienti; queste coercizioni avvenivano in luoghi degradati in pessime condizioni igienico-sanitari. Dalle testimonianze raccolte emerse che al tempo le violenze fisiche erano all’ordine del giorno. Negli anni seguenti altre accuse e denunce portarono Muccioli di fronte ad un tribunale, l’ultima volta fu per l’omicidio di Roberto Maranzano, ucciso in un pestaggio avvenuto nella porcilaia. <<E' pazzesco che Roberto Maranzano sia stato punito perché nella macelleria di San Patrignano non si poteva alzare lo sguardo mentre si mangiava>> queste sono le parole riferite dal PM Franco Battaglino, dentro le aule del Palazzo di Giustizia; Muccioli venne accusato di omicidio colposo e concorso in occultamento del cadavere, ad aggravare la sua condizione fu la deposizione di un’audiocassetta registrata dall'autista personale di Muccioli, Walter Delogu, la quale smascherava il fatto che Muccioli fosse sin dal primo momento a conoscenza del delitto, anzi cercava in quel dialogo di convincerlo a fare sparire il Grizzardi (Franco Grizzardi, testimone chiave dell’omicidio che portò i magistrati a riscoprire i fatti e ad incriminare i vari responsabili). Grizzardi era diventato pericoloso in quanto ricattava Muccioli, minacciandolo di denunciare i fatti. Nella registrazione negli atti del processo, ascoltata in aula il 2 novembre 1994, Muccioli, riferendosi ad uno dei testimoni dell'omicidio, disse: <<Ci vorrebbe un'overdose... due grammi d'eroina e un po' di stricnina... bisogna operare come con i guanti del chirurgo. Oppure bisognerebbe sparargli con una pistola sporca (si intende un’arma già utilizzata in un delitto, N.d.A) >>. Queste denunce spinsero molti altri ospiti della comunità a denunciare percosse, violenze e addirittura violazioni della legge elettorale in favore di politici "amici”. Mucci non venne condannato per questi reati in quanto giunse la morte, non si sa per certo il motivo del decesso, alcune voci ipotizzano che la causa fu l’AIDS.
Come detto precedentemente, Muccioli è stato una figura molto contraddittoria, con enormi lati oscuri, ma che creò una comunità che oggigiorno ha il 72% di pazienti che, una volta finita la terapia, non tornano a consumare sostanze. Oggi la comunità di San Patrignano si discosta dai metodi coercitivi che Muccioli utilizzava, sostenendo che non fosse una prassi, ma solo una condizione d’emergenza visto il periodo di crisi. Oggi giorno San Patrignano è cambiata, è più grande, con più pazienti, ma rimangono dei limiti molto duri, nel contesto della vita quotidiana, un esempio è la limitata possibilità di vedere i propri cari (dopo un determinato periodo di terapia che dura anche mesi), non avere accesso al telefono personale, alla separazione tra i sessi che avviene all’interno della struttura e altre.
San Patrignano si impegna anche nella prevenzione nelle fasce giovanili tramite incontri nelle scuole o visite guidate all’interno della struttura; il progetto prende il nome di <<WeFree>>, inteso come <<Noi Liberi>> dalle sostanze e il mezzo principale che utilizzano è quello di raccontare le storie degli stessi ragazzi che fanno i redattori o guide; questi sono, o sono stati, ragazzi in terapia (e il progetto fa parte di quest’ultima). WeFree ci dà la possibilità di immedesimarci nelle problematiche che hanno portato quei ragazzi al terribile mondo della tossicodipendenza e a comprendere quanto essa sia dannosa. Le tre classi del nostro istituto hanno condotto una visita guidata all’interno della struttura, con l'incontro di ospiti della comunità intenti nel loro lavoro (in quanto la terapia si centra molto sul lavoro e sull’aiuto del prossimo). I responsabili dei laboratori, raccontavano a noi ragazzi, gli aspetti della loro vita che li hanno portati ad entrare in comunità, ma anche di raccontare di come svolgevano il loro lavoro. Uno degli aspetti più importanti e significativi della visita a San Patrignano è il Pranzo, in quanto si tratta di un momento di coesione tra tutte le persone della comunità.
Voglio concludere il mio articolo con una citazione dell' Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (Relazione del 2022).
<<Questa complessità si riflette in una crescente consapevolezza del fatto che il consumo di droga è legato, o complica il modo in cui rispondiamo, a un’ampia gamma delle questioni sanitarie e sociali più urgenti al giorno d’oggi. Tra questi problemi si annoverano i problemi di salute mentale e di autolesionismo, la mancanza di fissa dimora, la criminalità giovanile e lo sfruttamento delle persone e delle comunità vulnerabili.>>
- Ciro Tejecek 4ASU
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