La Russia alle porte d’Europa
- L' eco del Liceale
- Feb 25, 2022
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Updated: Dec 31, 2022
Mentre l’Italia era concentrata a guardare il festival di Sanremo, in Europa si stavano ponendo le basi della crisi che stiamo osservando ora. Da una parte abbiamo Vladimir Putin, un dittatore che non si fa scrupoli a silenziare i giornalisti, mentre dall’altra parte abbiamo Joe Biden,vice presidente con Obama ed attuale presidente degli U.S.A. Due tipetti molto tranquilli, che si stanno scontrando su una crisi (Crisi Ucraina) che si sta prolungando da 8 anni e che ha portato a oltre 14.000 morti e quasi due milioni di sfollati interni.
Ma facciamo un passo indietro e contestualizziamo ciò che sta succedendo in Ucraina.
Dobbiamo partire dalla notte tra il 21 e 22 novembre 2013, data che segna la prima protesta che ebbe nome di Euromaidan (Significato letterario Europiazza).
L’ Euromaidan è il nome con cui vengono indicate l'insieme di proteste che avvennero in seguito al dietrofront da parte del presidente Ucraino d’allora, Viktor Janukovyč (2010-2014) per quanto riguardava gli accordi di stabilizzazione e associazione ovvero quegli accordi che fanno parte dell’iter per l’entrata nell’Unione Europea. Questo dietrofront ha provocato una serie di rivolte da parte della popolazione stanca della corruzione, creata dai politici e fabbricata dagli oligarchi (si tratta di ex burocrati, militari sovietici o loro clienti, che si giovarono della caduta dell’Unione Sovietica per prendere possesso di quelle risorse che un tempo erano statali. Risorse fondamentali per l'economia del paese). Questi personaggi, qualcuno ignoto e altri pubblici, rappresentano uno stato che si stava riavvicinando ad Est, quell’ est che è responsabile dell’ Holodomor, la carestia che si abbattè tra il 1932 e 1933 nell’Ucraina, frutto di politiche e azioni “crudeli” da parte dell’Unione Sovietica capeggiata da Stalin (dittatore sovietico dal 1922 al 1953). Il 23 ottobre del 2008, il parlamento europeo ha definito Holodomor come uno <<spaventoso crimine contro il popolo ucraino e contro l'umanità>>.
Per ritornare all’ Euromaidan, in un primo momento si trattava di manifestazioni pacifiche, ma che si trasformarono velocemente (il 30 novembre) in proteste violente per via della brutalità della polizia. Questo spinse le persone a manifestare oltre che per la richiesta di dimissione del presidente, anche per la ricerca di diritti che nella società occidendale diamo per scontato.
Il 20 febbraio 2014 fu la giornata più sanguinosa dell’ Euromaidan, definita anche come la giornata nera. I manifestanti costrinsero la polizia e le forze speciali a ritirarsi dalla piazza Maidan (Piazza principale di Kiev) e nel ritirarsi questi aprirono il fuoco e uccisero oltre 100 manifestanti e ne ferirono all’incirca 500.
Il 22 febbraio, il presidente Janukovyč scappò dalla capitale per poi ripresentarsi alle telecamere il 27 febbraio in Russia sostenendo di essere stato deposto con un colpo di stato.
Crisi Crimea
Il 23 febbraio il Governo locale di Crimea rifiutò di riconoscere il nuovo governo e la nuova presidenza in quanto, a loro dire, si trattava di una violazione della costituzione vigente all’epoca. Questo rifiuto da parte del governo locale diede inizio alla “Crisi di Crimea”. La domanda che vi starete ponendo sarà: Che cos’è la Crimea ?
La Crimea è una penisola che si affaccia sul Mar Nero, e ha una popolazione di 1.957.801 persone di cui la maggioranza di etnia Russa. Il motivo per cui c’è una così ampia presenza di popolazione Russofona va da ricondursi al fatto che prima del 1954 la Crimea faceva parte della Repubblica Socialista Sovietica Russa e venne donata da Nikita Chruščëv alla Repubblica Socialista Sovietica Ucraina per commemorare i 300 anni dalla firma del trattato di Perejaslav.
Il 26 febbraio avvenne una conquista militare da forze Filo-Russe e da unità dei servizi speciali Russe. In un primo momento il Cremlino negò un coinvolgimento dei propri soldati nella crisi anzi affermò che si trattasse di forze locali di autodifesa, ma in seguito ammise la presenza di soldati Russi che divennero noti con il nomignolo di “omini verdi” per via del fatto che erano privi di ogni simbolo che li conducesse a un'unità o una nazione. Vennero identificati come appartenenti alle forze russe sia per gli armamenti pesanti che avevano a disposizione sia per l’equipaggiamento che è esclusivo dell’esercito Russo. Queste truppe occuparono vari punti d’interesse, tra cui l'aeroporto di Sinferopoli e la sede del parlamento della Crimea (sempre a Sinferopoli).
Il 16 marzo avvenne il referendum per annettere la Crimea alla Federazione Russa, che precedentemente era stata votata dal parlamento di Sinferopoli per l’autonomia dall’Ucraina, e venne approvata con 78 voti a favore e 81 contrari. Al referendum si presentarono l’84,2% della popolazione, il 95,32% votò a favore del ricongiungimento della Crimea con la Russia come soggetto federale della Federazione Russa.
L’Unione Europea, gli U.S.A e l’Ucraina in primis non riconoscono come valido il referendum in quanto viola la Costituzione Ucraina.
Gli Occhi della Guerra
Yars è un ragazzo Italo-Ucraino di 19 anni che ha vissuto fino ai 16 anni nella regione del Donetsk, Ucraina Orientale. Ha vissuto sulla sua pelle le prime fasi della Guerra del Donbass. Cos’è la Guerra del Donbass?
E’ un conflitto armato iniziato il 6 aprile del 2014 che coinvolge le regioni (Oblast) di Donetsk e Lugansk, regioni che confinano con la Russia e che hanno una grossa fetta della popolazione russofona (Coloro che parlano Russo). Come con la Crisi di Crimea, si è osservato un intervento diretto di truppe speciali dell’esercito Russo che hanno affiancato i separatisti, e si osserva anche un’ instaurazione di una forma di stato molto vicina alla Russia di Putin.
Il Donbass è diviso in due Repubbliche, quella di Donetsk e quella Lugansk che collaborano per seguire l’esempio della Crimea.
Un fenomeno molto comune nella guerra del Donbass è la presenza di Foreign Fighters di estrema destra, circa 17.000 combattenti che si trovano principalmente nella regione del Donbass.
Ti ricordi la guerra ?
Sì.
Cosa ti ricordi della guerra ?
Cosa si può ricordare della guerra ?
Non lo so, gli spari, le bombe?
Esatto, è questa la guerra!
I separatisti erano nei pressi della città o erano distanti dalla città ?
Si avvicinavano, man mano. Non era chiara la situazione all’epoca. Una volta stavo tornando da scuola, e avevo incontrato mia mamma, stavamo tornando a casa assieme, ed è partito il bombardamento. Subito dopo c’è stato un momento di silenzio e mi sono chiesto “Sono vivo ?”. Per fortuna non mi hanno colpito i detriti, anche se la bomba era esplosa a meno di duecento metri da dove mi trovavo…
Ti ricordi il lampo dell’esplosione ?
Si, anche se mi ricordo più il silenzio e le domande che mi ponevo; Ma sono vivo ? E gli altri ? E mia mamma è ancora viva ? Avevo un’ amica, una ragazza di qualche anno più grande di me. Lei se n'è andata con i genitori, raccogliendo quelle poche cose che riuscivano a portarsi, quelle più necessarie. Sono andati in macchina fino al confine con l’Ucraina. Il confine che si era formato dopo l’occupazione-, il padre non voleva aspettare gli ufficiali Russi per il controllo, perché voleva andarsene prima possibile. Per colpa della sua paura lui è andato troppo in fretta e li hanno uccisi tutti…
Qual è il ricordo della guerra che non dimenticherai mai?
Quando abbiamo preso l’ultimo treno Ucraino per Kiev, la città non era del tutto conquistata e mia madre aveva la sensazione che quel treno era l’ultima occasione per andare via.
Mi ricordo che mia mamma aveva paura, ma non lo faceva trasparire. In fondo anch’io avevo paura ma cercavo di non farglielo notare. Quando arrivammo a Kiev arrivò la notizia che Donetsk era stata occupata…
Sono rimasti dei tuoi parenti a Donetsk ?
Si, mia nonna e mia zia.
Ti hanno raccontato di come venivano trattati i civili sotto il controllo dei separatisti ?
Se eri pro-Ucraina dovevi essere castigato, dovevi essere ucciso, se volevano prendersi qualcosa, venivano e si prendevano quello che volevano. Se volevano la tua casa venivano e te la prendevano.
E i tuoi parenti hanno iniziato a mentire sul fatto che erano pro Ucraina ?
Si, non ne parlavano. Perché quando la tua vita è più importante della tua opinione politica, mentire diventa plausibile e lecito.
Quando è stata liberata Donetsk dal governo?
Non è stata ancora liberata.
Ma quindi è isolata? Come fanno le persone a uscire ed entrare da Donetsk ?
Ci sono i checkpoint.
Cosa sono?
Sono sia degli avamposti (un posto avanzato dove un piccolo nucleo di soldati hanno il ruolo di osservazione o difesa) con cui riescono ad attaccare le postazioni dell'esercito Ucraino, sia posti di blocco dove vengono controllati i documenti. Se capiti nel momento sfortunato potresti anche morire. Almeno all’inizio era così, adesso è diventato tutto un pochino più calmo. Si riesce a passare il confine.
Di che anni stai parlando ?
Del 2014, prima che iniziasse tutto. Nel 2015-2016-2017-2018 ero un rifugiato di guerra per il mio paese, senza una dimora e più andavo ad ovest più mi consideravano come il nemico, un separatista, un Moskal, uno del Cremlino.
Quindi più ti avvicinavi verso l’Ovest e più vivevi questo odio, questo vederti come il nemico anche se tu eri un Ucraino come loro? C’era una situazione di pregiudizio?
Si, era come il Giapponese di Little Boy, quello del film. Che lui non vive in Giappone da anni, non era di quella politica di quegli sguardi e viveva negli U.S.A prima della guerra.
La mia famiglia è sempre stata pro Ucraina e pro alla tradizione.
Ti ricordi com’era la società? Vi era una forte divisione nella società della città?
Sì, più che altro quando hanno iniziato a fare politica, chiamiamola “politica rivolta all’est”. Tutto è iniziato dai volantini, dai messaggeri che mandavano al mercato, che avevamo quasi ogni giorno. Questi erano volantini pro Repubblica Indipendente dall’Ucraina, è iniziato tutto da quello!
Nel mercato che mi hai appena citato, c’erano delle voci che parlavano di un possibile attacco imminente? La gente cosa raccontava?
La gente raccontava che ci sarebbe stata la possibilità di uscire dall’Ucraina e che saremmo stati annessi alla Russia.
La gente era più per uscire o più per rimanere nell’Ucraina ?
Erano divisi. C’erano quelli che stavano zitti perché sentivano l’odore della guerra, poi certo c'erano quelli che facevano polemiche sia pro che contro l'uscita dall'Ucraina.
Avevate dei vicini Russofoni ?
Sì.
E loro come vedevano tutta questa situazione ?
Cercavamo di non parlarne con loro, sapendo già la loro predisposizione. Ogni tanto c’era un’apertura al dibattito -prima della guerra-, ed esageravano nel dire che in Russia la vita era molto meglio, quando sappiamo tutti che non è così.
La popolazione come vive le tensioni che ci sono tra Cremlino e Washington D.C.? Cioè come la vedono una guerra in più ampia scala ?
La guerra si aspetta sempre, si aspettava sin dal 2014, si aspetta in ogni momento. E quando i Russi fanno esercitazioni presso i confini, sono i momenti in cui gira questa voce su una possibile guerra mondiale. Dire al cento per cento che ci sarà la guerra o no è impossibile, perché Putin è un folle, e questo lo sanno tutti.
Sai se la popolazione o i tuoi parenti sperano in un intervento militare della NATO per far finire la guerra e le tensioni ?
E’ un sì e un no, perché la guerra è sempre una minaccia di vita ma allo stesso tempo è una possibilità di libertà. Se la guerra diventa più grande e finisce con una liberazione diventa un bene. E’ una situazione paradossale: sì perchè c’è la possibilità di essere liberati e no perché c’è la possibilità che non vedremo questa liberazione. Mi spiego meglio: si può morire per colpa dell'avanzata ma allo stesso tempo potrebbe arrivare la liberazione, ma il costo di essa sarà sempre troppo alto.
Com’era la vita a scuola? Gli insegnanti ne parlano della guerra? Come ne parlavano della guerra?
Sai di cosa si parlava? Si parlava di quando sarebbe arrivato il bombardamento e di quando sarebbe cessata la sua presenza. Di cosa fare, dove andare. C’era anche un rifugio della seconda guerra mondiale, mezzo sotterrato. E quando iniziava “il macello”, tutti andavano di corsa là. Io sono stato presente solo tre volte a grandi attacchi da parte dei separatisti.
I tuoi professori erano più per la Russia o per l’Ucraina ?
Tanti erano per la Russia!
C’era una sorta di propaganda da parte di questi professori ?
Si, perché spesso le posizioni del professore erano evidenti. Per tradizione -quella sovietica- era preferito un professore Russo, per cui dare un posto a un Russo è molto meglio che darlo a un Ucraino.
Visto che c’era una situazione di guerra voi ragazzi venivate addestrati ?
Quelli più grandi sì, in certe scuole di più, in altre di meno. C’era proprio la lezione di guerra che coincideva con educazione fisica. Da noi hanno fatto solo una lezione e non era niente di che, non si esponevano posizioni politiche, si trattava di una lezione di base che facevamo tutti.
Al tavolo con Putin
Da diversi mesi stiamo osservando delle tensioni che potrebbero sfociare in un possibile conflitto tra le due superpotenze, Stati Uniti fiancheggiate dalla NATO e Russi fiancheggiata da quei paesi dipendenti dalla sua politica estera (Bielorussia, Georgia, Kazakistan). Inoltre, c’è anche il rischio che la Repubblica Popolare Cinese si unisca allo schieramento Russo, anche se dalle ultime notizie possiamo osservare che le intenzione di Pechino siano quelle di rimanere neutrale, ma la Cina sta sfruttando la crisi Ucraina per aumentare le importazioni del gas Russo del 60%.
La gravità di questa situazione va da ricondursi al fatto che le due superpotenze si stanno minacciando a vicenda per un intervento militare in Ucraina, in pratica l’Ucraina è diventata il punto in cui si stanno focalizzando le tensioni tra Mosca e Washington D.C.
Il 1º dicembre 2021, il presidente Putin ha richiesto garanzie da parte della NATO in merito al fatto che non condurrà ulteriori allargamenti ad est. Il 10 dicembre 2021, il Segretario generale della NATO Jens Stoltenberg (Ex primo ministro Norvergese che dal 2014 ha preso le redini del Patto Atlantico) ha dichiarato che la Russia non ha "diritto di veto e di interferire in tale processo" in riferimento alla potenziale adesione dell'Ucraina alla NATO, e, nello stesso giorno Biden promette ai paesi della NATO e dell’est Europa che verranno protetti in caso di attacco da parte del Cremlino. La situazione entra ancora più in crisi dalla metà di gennaio, quando avviene uno spostamento di truppe dell’esercito regolare Russo (all’incirca 100.000 uomini) verso i confini con l'Ucraina e verso la Bieolorussia, paese alleato del Cremlino. L’Occidente risponde allo stesso
modo, spostando unità in Lituania, Polonia e Romania.
Dal 21 febbraio, le Repubbliche Popolari di Donetsk e Lugansk (le due regioni che compongono in Donbass) sono state riconosciute dalla Russia di Putin come stati legittimi, e in quanto alleati, la Russia non ha perso tempo a inviare truppe regolari con il ruolo di peacekeeping (Letteralmente “mantenimento di pace”, truppe che non hanno ruolo offensivo bensì difensivo verso la popolazione o luoghi d’importanza strategica). L’occidente non si è tardato a farsi sentire; la risposta è stata comune, sanzioni economiche verso la Russia e le Repubbliche separatiste.
Durante la notte del 24 febbraio, Putin ha dato l’ordine di invasione che sta avvenendo da tre sponde dell’Ucraina: Da sud tramite la Crimea, da est tramite il Donbass e da nord tramite la Bielorussia. Gli attacchi aerei hanno colpito la capitale e altre città strategiche che stanno cadendo all'avanzata Russa. L’occidente si ritiene indignata da questo attacco: sono già partite varie sanzioni, e la NATO promette un aiuto finanziario ed militare all’Ucraina, e non interverrà direttamente perché vuole evitare una possibile terza guerra mondiale.
(Informazioni aggiornate fino alle 16:35 del 24/02/2022)
Concludo questo articolo con una vignetta satirica disegnata da Matilde di Nardo.

Ciro Tejcek 3^Asu
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