“Un baobab toccò il cielo dell’Africa” di Giacomo Pozzi
- L' eco del Liceale
- Jan 17, 2023
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“Perchè in fondo se ci pensi, una clessidra è tanto finita quanto infinita”
“Un baobab toccò il cielo dell’Africa” è il romanzo d’esordio di Giacomo Pozzi, un giovane autore (classe 2001) imolese che ha deciso di intraprendere un’avventura molto intricata o forse, di farne intraprendere una a noi lettori; per me sicuramente questa lettura è stato un viaggio su ogni campo sensoriale, dal sapore del cibo di cui non conoscevo nemmeno l’esistenza all’odore del tè, fino a provare io stessa il dolore e le gioie dei protagonisti.
Giacomo, pur non essendo un avido lettore, ha creato una gustosa ricetta fatta di un romanzo di crescita e di viaggio, un viaggio che è più grande di tutti noi: la vita, in questo caso, la vita di Helene, di cui siamo spettatori dalla giovane età adulta fino alla morte, in tutta la sua crescita personale, quasi come se leggendo stessimo noi innaffiando un piccolo germoglio che pagina dopo pagina cresce, fino a diventare un maestoso albero, così grande da arrivare ai confini del cielo; gli alberi, come le persone, non crescono senza qualche difficoltà, bisogna riuscire a far sprofondare le radici nella terra per poter toccare le stelle dopotutto, quello che pare il tema principale del libro infatti è la grande domanda: “Per comprendere e rinascere è davvero fondamentale che la vita colpisca in maniera così violenta e travolgente?” e solo leggendo, vi renderete conto quale sia la risposta a questo enigma della vita.
Questo libro è caratterizzato da uno stile veramente interessante in continuo sviluppo durante tutto il viaggio, esattamente come i suoi personaggi: ha sia dettagli minuziosi che excursus filosofici che danno molto da pensare, principalmente un grande rispetto e amore per la natura e per ciò che significa essere umani; Tolstoj diceva: “Noi moriamo soltanto quando non riusciamo a mettere radici in altri”, ritengo che senza dubbio l’autore sia in grado di mettere radici nel cuore delle persone ed esattamente come il suo Baobab, continuando su questo sentiero, riuscirà a crescere e a vivere fino a toccare il cielo.
Per conoscere invece al meglio le sue di radici, quello che lo hanno portato a dare in dono un dolce frutto come questo libro, risponderà ad alcune domande.
”Quali sono delle cose che vorresti che un potenziale lettore sapesse su di te prima di leggere il libro?”
Mi viene da pensare che sia più leggero e intrigante leggere un libro senza conoscere nulla dell’autore, in modo da avere un’impressione limpida e non sporcata dai propri punti di vista o dalle proprie considerazioni personali a suo riguardo. Successivamente, è inclusivo conoscere l’autore, per comprendere meglio alcuni aspetti del testo, il perché di certe scelte piuttosto che altre, ad esempio. Tra tutto, il percorso di vita intimo dello scrittore, che racchiude ogni sfumatura dell’opera, è fondamentale per unire i puntini dietro le parole e il loro significato.
”Cosa ti ha fatto decidere di scrivere un romanzo?”
L’idea di scrivere un romanzo aleggiava nella mia mente come un sogno prima o poi da realizzare. La fortissima sensazione di avere un ruolo – non solo di crescita personale – nel mondo, scrivendo questa storia, mi ha fatto capire di dover accettare l’onore di condurre fino alla fine il suo percorso. E così è stato: mi sono fidato di questo vento che sospingeva i miei passi, conducendoli esattamente fin dove dovevano giungere. La storia ha preso forma mano a mano; un qualcosa di etereo e sottile si è fatto materia attraverso di me, suo canale di trasmissione.
”Da cosa e chi hai preso ispirazione per le figure femminili così ben approfondite? Dopotutto scrivere un libro con una protagonista femminile non è da tutti”
Sono convinto che in ognuno di noi sia racchiusa una parte femminile e una parte maschile che, consciamente o inconsciamente, agiscono nel quotidiano.
Per lo svolgimento della storia, nei suoi aspetti crudi e violenti, era necessario fosse una figura femminile ad essere la protagonista diretta, poiché certe azioni di trasformazione possono essere compiute solo dopo un immenso ostacolo, più facilmente riconducibile ad avvenimenti ed effetti subìti da una donna.
Continuando ad ascoltarmi, mentre i fili della storia si intrecciavano in me, sono venuto in contatto con la mia parte più intima e sensibile, e quindi femminile. Questo mi ha permesso una grande immedesimazione, precisa e profonda. Invece, per alcuni aspetti, pratici e fisici, ammetto di essermi informato e di aver “studiato”.
”Leggendo il libro è chiaro un interesse per l’ambiente: il cibo, le bevande, i luoghi, sembrava di viverli, è una tua caratteristica essere minuzioso nella ricerca o sono cose che conosci con la tua pelle?”
Entrambe! Nell’osservare il mondo che mi circonda, con tutti i suoi movimenti, tendo a soffermarmi molto sui dettagli delle cose: amo descriverli, farli miei e dargli agli altri, come interpretazione di un universo strettamente personale. In questo, c’è sia una minuzia nella ricerca, che una conoscenza a pelle, poiché tutto viene vissuto direttamente, in prima persona, e trasformato.
”Qual’è stata la parte più complicata di scrivere il libro? Oltre al farlo pubblicare essendo nuovo nel mondo della scrittura”
La parte più vulnerabile e complicata è stata la gestione delle energie, mentali e fisiche… È molto facile perdersi durante la stesura di un testo del genere: divieni la storia, che si impossessa di te senza lasciarti scampo, nemmeno per respirare durante la notte. Le informazioni diventano stormi rumorosi della mente, e il corpo fatica a trovare riposo.
È stato un esperimento interessante. Sicuramente, ho imparato a conoscermi molto anche sotto questo aspetto: devo trovare un mio equilibrio e darmi una disciplina che mi permetta di gestirmi al meglio; altrimenti è troppo dispersivo.
Altri aspetti difficoltosi sono state la correzione delle bozze, per le quali ogni volta volevo cambiare tutto, la stesura della trama, essenza del romanzo, che doveva racchiudere, senza svelare, un libro complesso e ricco di colpi di scena, e la realizzazione della copertina, che doveva rispettare una certa estetica che immaginavo ed essere, quindi, di notevole impatto visivo, coerente e significativa.
Devo ammettere che per la pubblicazione non ci sono stati problemi: al mio editore la storia è piaciuta fin da subito! Il resto fa parte del lungo iter che precede la pubblicazione stessa.
Che seme speri di piantare nelle persone grazie al tuo libro?”
Non ho pretese mirate a un fine. Però, mi piacerebbe e renderebbe orgoglioso che le persone, leggendo il mio romanzo d’esordio, si mettessero in contatto con loro stesse, guardandosi dentro e poi al di fuori, comprendendo i significati che a volte la vita cela tenendoli nascosti ai nostri occhi, o attendendo che siano i nostri passi ad andargli incontro. Questo necessita di una conoscenza di sé.
Inoltre, ho deciso di lasciare alcune descrizioni riguardo la permacultura e una critica al nostro modo di vivere e alla nostra società per suscitare interesse nel lettore, che potrà liberamente decidere di informarsi o di rifletterci sopra.
-”Quali sono i tuoi piani per il futuro?”
-Sicuramente pubblicare i prossimi lavori, puntando a case editrici più grandi e con più visibilità sul territorio nazionale. Continuare a visitare numerosi progetti di permacultura, studiando e applicando tecniche, sperimentando al fine di trovare un luogo che sento possa essere casa e dedicarmici. Poi, viaggiare tanto, nel mondo e dentro di me, assaporando la vita, in ogni suo puro aspetto. Mantenermi essere libero, ogni giorno, come sono nato e come morirò.
Nicole Dall’Aglio 5CSU
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